Address: Palazzo Paolo Prodi, Via Tommaso Gar 14, Trento
Room: Room Piscopia
Time: 12 am
Speakers
Massimo Giuliani
Topic: Memoria (e oblio) nella storiografia ebraica
Preliminare è cogliere la differenza tra storiografia e storiosofia. E’ quest’ultima a essere caratteristica della tradizione biblico-rabbinica, in quanto filtro teologico-politico della memoria da conservare al fine della costruzione dell’identità ebraica. Il mondo ebraico ha abbracciato una vera e propria storiografia (come ha spiegato Y.H. Yerushalmi) solo con l’avvento della modernità europea e solo in prospettiva scientifico-accademica. Nella vita ebraica continua a prevalere il modello storiosofico,
che si “realizza” nel lunario liturgico in quanto codice della memoria religiosa del popolo ebraico. Dalla nascita dello stato di Israele esiste anche un calendario civile (che fissa una civil religion) che si abbina a, e integra, quello religioso. E’ in questi calendari che si dipanano le politiche ebraiche della memoria e dell’oblio, nel senso della rimozione storiografica per ragioni ideologiche. La recente corrente cosiddetta di “storiografia post-sionista” attesta l’esistenza di queste politiche mnemoniche, nelle quali, oltre allo stato di Israele, giocano un ruolo identitario fondamentale gli eventi della Shoah.
Massimo Giuliani è docente di Pensiero ebraico all’università di Trento e di Filosofia ebraica nel Diploma in studi ebraici dell’UCEI (Unione Comunità Ebraiche Italiane) a Roma. Ha conseguito il PhD presso l’Università ebraica di Gerusalemme e ha insegnato per alcuni anni negli Stati Uniti. E’ membro dei comitati scientifici della Fondazione Maimonide (Milano), del Centro Rosmini (Rovereto) e, tra le altre, delle riviste “Humanitas”, “La Rassegna mensile di Israel” e “Filosofia e Teologia”. Dal 2023 è direttore della rivista Avinu: Per il dialogo ebraico-cristiano. Dal 2008 al 2012 ha fatto parte del consiglio scientifico del Museo dell’ebraismo italiano e della shoah (Ferrara). Collabora con il sito ufficiale dell’ebraismo italiano Moked e con le pagine culturali di Avvenire. Tra i suoi libri: La giustizia seguirai. Etica e halakhà nel pensiero rabbinico (Giuntina 2016); La filosofia ebraica (La Scuola/Scholé, 2017; 2022); Le terze tavole. La Shoah alla luce del Sinai (EDB, 2019); Le corone della Torà. Logica e midrash nell’ermeneutica ebraica (Giuntina 2021); Moralità e sapienza ebraica. Storia del musar (Morcelliana 2024). Ha curato l’edizione italiana del Sefer ha-madda’ [Libro della conoscenza] di Maimonide, di cui ha tradotto dall’ebraico due trattati: le Hilkhot de’ot (Norme di vita morale) e le Hilkhot ‘avodah zarah (Norme contro l’idolatria). Nel 2025 completerà la sua trilogia per Giuntina con il volume: Non ti farai immagine alcuna. Estetica e qedushà nella cultura ebraica.
Giulia Vettori
Topic: Il potere dell’oblio? Il ricordo delle guerre civili negli esercizi di declamazione e la politica augustea della memoria
La preoccupazione circa l’utilizzo della memoria quale strumento di legittimazione politica per la strutturazione del consenso rappresenta una costante dell’azione di Augusto, e particolarmente rispetto al suo passato triumvirale: tra gli obiettivi ufficiali della propaganda del nuovo regime rientrava un’accorta obliterazione delle corresponsabilità di Ottaviano in qualità di triumviro, nel quadro di quella che Augusto Fraschetti ha efficacemente definito «politica dell’oblio». Ma al netto delle indubbie criticità che la memoria delle guerre civili e delle proscrizioni recava inevitabilmente con sé, per i protagonisti degli anni cruciali che hanno segnato il definitivo tracollo della res publica era davvero possibile dimenticare?
L’intervento mira a rispondere a questo quesito guardando all’esperienza delle scuole di declamazione trasmessa da Seneca Padre. Oltre che per il loro valore documentario, le Controversiae e le Suasoriae senecane rappresentano infatti un oggetto di studio di rilevanza fondamentale in quanto testimonianza di un processo di elaborazione e trasmissione della memoria del passato recente ancora in fieri, a cavallo tra oralità e scrittura, tra ricordo e oblio, tra opposizione più o meno velata e consenso al nuovo regime.
Giulia Vettori è ricercatrice presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, dove insegna Storia romana e Didattica della Storia e collabora con il Laboratorio di Storia Antica. Ha svolto parte della propria attività di studio ad Amsterdam, a Parigi (presso il Collège de France), e a Ginevra (presso la Fondation Hardt), presentando in sedi nazionali e internazionali i risultati delle proprie ricerche. I suoi interessi scientifici si concentrano sul rapporto tra retorica e storia nel mondo greco-romano e sulla storia sociale ed economica di Roma antica, con particolare attenzione alla capacità patrimoniale delle donne.