Address: Palazzo Paolo Prodi, Via Tommaso Gar 14, Trento
Room: Room Piscopia
Time: 12 am
Speakers
Martina Grinello
Topic: Decolonizzare la memoria, digitalizzare il patrimonio
La decolonizzazione è un processo di traumatizzazione dello spazio del senso condiviso, in quanto striato da stereotipie e credenze marginalizzanti, molte di queste naturalizzate e invisibili. Nonostante la decolonizzazione si realizzi in diversi spazi, quella dei musei europei è un caso particolarmente interessante, soprattutto se considerata in relazione alle problematiche del Digital cultural heritage. I musei hanno collaborato alla costituzione delle identità nazionali che hanno plasmato in modo quasi isomorfico quelle della popolazione occidentale, influendo profondamente nel rapporto dell’individuo con l’alterità. Idealmente, la decolonizzazione digitale del museo in Europa dovrebbe allora riuscire a riconfigurare proprio questo rapporto, anzitutto a partire da una più equa capacità di rappresentare l’Altro e la violenza coloniale. In alcuni casi, tuttavia, può trasformarsi in un nuovo strumento per controllare l’Altro. I rapporti fra digitalizzazione, decolonizzazione e giustizia sono dunque complessi: nel corso dell’intervento si tenterà di disimplicare queste problematiche, chiarendo le potenzialità e i rischi della digitalizzazione nel contesto dei processi decoloniali.
Martina Grinello è dottoranda “PNRR PE” in Philosophy, Science, Cognition and Semiotics presso l’Università di Bologna (38° ciclo) e si occupa del legame tra semiotica e decolonizzazione, soprattutto dal punto di vista della memoria e della cultura. Studia i meccanismi semiotici delle pratiche di decolonizzazione con un particolare interesse per le nuove forme di gestione del patrimonio, tra cui la digitalizzazione e i processi che ne aumentano l’accessibilità. Collabora con TRAME: Centro di Studi Semiotici sulla Memoria, e con i progetti di ricerca “Dight-net. Sustainable, usable and visible digital cultural heritage: twinning forexcellence”, “Cult up. Upcycling e patrimonio culturale” e “Slow memory. Pratiche trasformative per tempi di cambiamento irregolare e accelerato”.
Antonio Iacoviello
Topic: Retorica, democrazia, e testualità della memoria negli onori per Demostene ad Atene
Questo intervento mira a fare luce sul contesto della prima edizione del corpus dell’oratore attico Demostene, e il suo utilizzo come arma di politica della memoria nel contesto dell’Atene di inizio età ellenistica (322 – 261 ca. a.C.). L’intervento intende dimostrare che la formazione del corpus non avvenne ad Alessandria, ma ad Atene nei decenni successivi alla morte dell’oratore, attraverso l’analisi di elementi editoriali (e.g. sticometria dei manoscritti medievali, e spuria già riconosciuti come tali da Callimaco). In seguito, l’intervento considera il testo della richiesta (aitēsis) dei massimi onori per Demostene nel 281/80 ([Plut.] XOr. 850f–851c), mettendo in luce le complesse strategie di memoria attraverso cui la clausola motivazionale del documento echeggia gli argomenti usati da Demostene stesso nei suoi discorsi. L’intervento, dunque, considera il modo in cui raccolte testuali nell’antichità potessero fungere da memory carriers, nonché come autentiche armi di politica della memoria e di costruzione di identità collettive in momenti di crisi.
Antonio Iacoviello è assegnista di ricerca nell’ambito del progetto PRIN 2022 – MnemAth. Memory and Space in Classical Athens (PI: prof.ssa Giorgia Proietti). Dopo aver conseguito laurea triennale e magistrale presso l’Università di Bari, ha ottenuto il titolo di PhD presso l’University of Edinburgh. È stato Jacoby Graduate Fellow presso la Kommission für Alte Geschichte und Epigraphik del Deutsches Archäologisches Institut, Monaco di Baviera; e Leverhulme Trust Postdoctoral Research Fellow presso l’EHESS, Parigi. I suoi interessi di ricerca includono: storia istituzionale e culturale della democrazia ateniese, oratoria ed epigrafia attica, e le intersezioni tra materialità e testualità della memoria nella Grecia classica ed ellenistica.